Le insegne di MAS

In questi giorni le insegne dello storico Magazzino MAS in via dello Statuto sono state smontate. Tristi e cupi i commenti rispetto a questo cambiamento: "Adesso che anche le insegne se ne stanno andando, è come se un pezzo della città se ne stesse andando con loro" si legge su Repubblica on line.

 È vero, una parte di città, una parte della visione della città se ne va con loro, portando via con le lettere scatolate di materiale plastico MAS ciò che è stato di un luogo familiare, presente nella vita e nell'immaginario di molti. Un magazzino popolare, oggetto di narrazioni molteplici ed epiche, attraversato dai primi del Novecento al primo decennio del Duemila da un numero imprecisabile di persone di diverse tipologie, un flusso di consumatori che durante certe vendite promozionali già nei primi anni del Novecento riempiva la strada e premeva sulle saracinesche.

 È una lunga storia quella dei magazzini MAS fondati dal commerciante Crescenzo Bondì come Magazzini Generali di Risparmio Crescenzo di A. Bondi, rappresentante di quella imprenditorialità ebraica che contribuisce alla definizione della nuova Capitale dopo il 1870. Bondì aveva colto le potenzialità del nuovo quartiere Esquilino e l'aspirazione ai consumi della piccola e media borghesia della città moderna.

Diventati pochi anni dopo, con un cambio di proprietà Magazzini Generali di Risparmio Castelnuovo, a causa delle leggi raziali nel 1938 dovranno essere trasformati in Magazzini Generali Abbigliamento M.G.A.

Nel dopoguerra l'attività si rinnova, nasce MAS Magazzini allo Statuto. Nel settembre 1954 vengono inaugurati nuovi spazi di vendita, all’insegna della ripresa economica e della modernità, come documentano una serie di foto conservate nell'Archivio dell'Istituto Luce (link).

All'esterno fa bella mostra una insegna luminosa (link) con una grafica moderna, la stessa che compare sui giornali per pubblicità e locandine.

Intorno al 1961 la grafica viene rinnovata e l’insegna viene modificata insieme ai materiali pubblicitari diventando la scritta con la sola Maiuscola iniziale che ben conosciamo e che è stata rimossa. Anche il materiale plastico delle lettere scatolate coincide con le insegne che si realizzavano negli anni Sessanta.

Certo, si tratta di una insegna "storica" che testimonia un'attività commerciale altrettanto storica, ma non congrua con l'edificio e forse, come spesso è avvenuto in passato, installata senza tutte le dovute autorizzazioni.

Non sempre un elemento di arredo del paesaggio urbano, sia pur simbolico, deve essere per forza conservato. Il cambiamento delle attività commerciali fa parte di una naturale trasformazione della quotidianità. Si può calcolare che entro il ciclo di venticinque anni si rinnovino, ad esempio, i colori delle facciate e anche le attività commerciali. I magazzini in via dello Statuto hanno svolto la loro attività per almeno cinque cicli e non è così strano ora che una nuova vita e nuove funzioni (sarà la sede dell’Accademia Costume & Moda) prendano posto nell'edificio dei Magazzini, restituendocelo nella sua integrità, compromessa dalla giustapposizione di pensiline, mostre e insegne.

 La stessa cosa può dirsi dell'avancorpo in legno dello storico mobilificio Grilli sotto i portici all'angolo con Via Buonarroti, ridotto ormai ad un residuo senza significato di quello che un giorno è stato. Si spera che i proprietari del fondo procedano alla bonifica, permettendo a tutti noi di continuare a esercitare quello strano gioco di osservazione e ricostruzione della memoria, che naturalmente esercitiamo nei luoghi a noi familiari.

 Riferimenti:

  • Prima del Made in Italy. Annali di storia dell'impresa, Marsilio 2007, p. 152.
  • B.Zevi, Zevi su Zevi, Venezia 2018, pp.14-15.
  • M. Pedersini, "The Show MAS Go On". Viaggio nel negozio più surreale d’Italia, "RollingStone", dicembre 2014 (link)
  • G.Scardi,The Show MAS Go On, "Domus", 9 dicembre 2014  (link)
  • L. Adragna, Mas, Fuori tutto, "INSIDEART", 16 settembre 2016 (link